Come si calcolano i punti di invalidità ?
Nella sfortunata ipotesi in cui un soggetto dovesse rimanere coinvolto in un incidente, sia esso stradale o di lavoro, nella richiesta di risarcimento che segue è necessario calcolare l’entità del danno subito.
Logicamente, infatti, il risarcimento è commisurato alla gravità del danno, il quale non si stabilisce ad libitum, bensì per mezzo di apposite tabelle che permettono di calcolare i punti di invalidità.
Questo consente ai giudici di valutare in modo oggettivo, secondo i criteri prestabiliti dalla legge in dette tabelle, il risarcimento che spetta al soggetto danneggiato.
Dato che non è escluso che chi debba il risarcimento possa provare a imbrogliare, erogando somme minori di quelle che spetterebbero ex lege, è bene che il danneggiato sappia calcolare da solo quanti punti di invalidità ha riportato e di conseguenza quale somma gli spetta.
Solamente in questo modo egli potrà sapere se il risarcimento che gli viene erogato sia o meno corretto.
In sostanza, il danneggiato dovrebbe sempre saper calcolare i punti di invalidità che si tramutano nel “danno biologico” sulla base del quale è dovuto un risarcimento.
La differenza fra danno biologico ed economico
Importante è, nella trattazione di questo tema, porre l’accento sulla differenza fra danno economico e danno biologico.
Mettiamo per esempio l’ipotesi di un incidente stradale: Tizio sta attraversando correttamente la strada sulle strisce pedonali, quando viene travolto dall’auto di Caio che non ha rispettato il rosso.
In conseguenza all’incidente Tizio riporta la perdita di funzionalità del braccio destro per sei mesi.
Il danno economico che Tizio ha subito è rappresentato da tutte le spese mediche che dovrà affrontare, ad esempio l’intervento chirurgico, farmaci, visite, e anche dalle spese per la riabilitazione del braccio infortunato.
Non solo: fa parte del danno economico anche il c.d. lucro cessante, cioè in ipotesi il danno che Tizio subisce in quanto non potrà lavorare per tutto il tempo in cui il suo braccio rimarrà infortunato.
Il danno non economico invece riguarda un danneggiamento che non ha diretto influsso sul patrimonio (infatti questo è oggetto del danno economico) ma che influisce sulla psiche e dimensione personale del soggetto.
Ad esempio, la sofferenza psichica e fisica dovuta all’incidente (danno morale), così come il fatto di riportare un’invalidità, sia essa permanente o temporanea (danno biologico), dà diritto al risarcimento del danno.
Come si calcola l’invalidità
Ovviamente la valutazione dell’entità di questi danni deve essere fatta da un esperto.
Un medico legale deve valutare, sulla base delle lesioni riportate da Tizio, basandosi sulle tabelle del danno biologico, quale sia la sua percentuale.
È intuitivo che più grave è il danno, maggiore sarà il punteggio.
Il medico legale che fa la prima valutazione è quello scelto dalla parte; se la controparte contesta la sua valutazione, è necessario iniziare una causa e munirsi di un avvocato.
Infine spetta al giudice, nel corso dell’eventuale processo, stabilire con ultima istanza quale sia la percentuale, in caso di diatriba fra i medici legali delle parti.
Le tabelle in questione sono quelle usate dal Tribunale di Roma e dal Tribunale di Milano. Queste tabelle offrono dei parametri standard per il risarcimento del danno.
Tuttavia il giudice può valutare fino al 30% in più del risarcimento, sulla base delle circostanze concrete, permettendo quindi una valutazione molto personalizzata del risarcimento, sulla base delle dinamiche dell’incidente e delle conseguenze fisiche e psichiche dello stesso.
Ma di che cosa tengono conto queste tabelle nella misurazione del danno ai fini del risarcimento ?
Del danno biologico subito, espresso in percentuale.
Dell’età del soggetto danneggiato. Tanto più è giovane, tanto maggiore sarà il risarcimento, sulla base dell’assunto che un giovane rimasto invalido è tendenzialmente destinato a soffrire della condizione per più tempo che non un soggetto anziano.