Cyberstalking: come si può intervenire
Il cyberstalking, purtroppo, è una pratica che si sta diffondendo a macchia d’olio nell’ultimo periodo, anche se, probabilmente, è andata di pari passo con lo sviluppo di internet e soprattutto dei social network.
Negli ultimi mesi iniziamo a sentirne parlare con frequenza e finalmente possiamo vederlo come un reato a tutti gli effetti: se prima non se ne parlava, infatti, non è sinonimo del fatto che non vi fossero casi di cyberstalking, ma del fatto che chi lo subiva non riteneva di avere strumenti adeguati per difendersi.
Assolutamente non è così : in questo articolo vi spiegheremo come intervenire nei casi di cyberstalking.
Cyberstalking: cosa è?
Il Cyberstalking consiste in una serie di atti persecutori e reiterati che arrecano danni psicologici e/o fisici alla vittima, perpetrati tramite il PC.
Insomma, messaggi su Facebook e sui vari social network che sfociano in delle molestie gravi, capaci di arrecare alla vittima paura e disagio.
Il fatto che tali violenze – sebbene solo verbali – vengano commesse solo tramite computer, non vuol dire che non siano gravi! In molti casi obbligano chi subisce il reato a cambiare profilo social e a cambiare le proprie abitudini di vita.
Cyberstalking: come intervenire?
Credere che non ci sia niente da fare quando si subisce una violenza del genere, è completamente sbagliato! Si può intervenire con efficacia.
Fino alla pronuncia della Suprema Corte di Cassazione che ha chiarito che esiste anche lo stalking su internet, integrando una forma particolare di reato, ovvero appunto quello di Cyberstalking, effettivamente le sentenze non erano pesanti come avrebbero dovuto.
Insulti e minacce su Facebook e su internet (e sugli altri Social Network in generale), venivano visti solo come una forma di diffamazione.
La sentenza n. 21407 del 23 maggio 2016 della Corte di Cassazione, invece, ha sdoganato anche il reato di Cyberstalking, in particolare in un caso di separazione in cui un uomo, al quale avevano tolto 2 dei 4 figli per affidarli ai suoceri, aveva iniziato a perseguitare gli stessi con offese e minacce tramite Facebook.
L’imputato aveva chiesto che tali offese venissero catalogate come “semplice” diffamazione, ma gli onorati ermellini, hanno ben deciso che si trattasse di un reato molto più grave qual è appunto, quello di stalking online, ovvero appunto il reato di Cyberstalking.
Recente normativa on materia di contrasto alle offese online
Recentemente la Legge n. 69 del 19 luglio 2019 ha sanzionato il c.d. revenge porn mentre la Legge n. 71 del 18 giugno 2017 ha introdotto il contrasto al c.d. cyberbullismo.
Cosa fare in questi casi?
La soluzione migliore è quella di rivolgersi alla polizia postale oppure ai carabinieri, salvando i link delle minacce e facendo gli opportuni screenshot delle conversazioni che possano fornire prova alle forze dell’ordine.
