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Eredità alla badante

avvocato Angelo Massaro 85

I casi in cui l’eredità viene lasciata alla badante: tutte le informazioni utili

Sono sempre più gli anziani che vengono accuditi in casa da badanti che trascorrono con loro praticamente tutta la giornata. Talvolta accade che si crei un legame così forta da spingere l’anziano a lasciare parte della sua eredità alla badante che lo ha assistito. Questa volontà è sempre valida? Quando i parenti possono opporsi?

Eredità e badante: introduzione

Non di rado gli anziani non più autosufficienti o semplicemente che necessitano di un supporto o di compagnia vengono affiancati da badanti, spesso anche su volere di figli e parenti che non riescono a far fronte da soli alla situazione.

Questo significa che gli anziani si ritrovano a trascorrere molte ore del giorno, talvolta anche a convivere, con una persona che si prende cura di loro non solo materialmente, dunque svolgendo attività quotidiane, ma anche facendo loro compagnia.

Tutto ciò a volte si traduce in un forte affetto e senso di gratitudine tali da spingere l’anziano o l’anziana a lasciare la propria eredità alla badante in segno di riconoscimento.

Nulla di strano, in presenza di determinate condizioni ognuno può decidere di fare della propria eredità ciò che crede, ma quali sono queste condizioni? E chi può agire se le stesse vengono violate?

Fondamentalmente, vi sono due strade che si possono percorrere affinché la badante riceva l’eredità, o attraverso un valido testamento oppure se la badante ed il defunto hanno contratto matrimonio.

Vediamo nello specifico come comportarsi in entrambe le situazioni, quando i parenti possono agire e quando invece l’eredità è valida.

Eredità alla badante per mezzo del testamento

Generalmente, la situazione che si verifica nella maggior parte dei casi è quella in cui l’eredità venga lasciata alla badante a mezzo di un testamento, va da sé che il testamento dev’essere valido affinché possa produrre i suoi effetti senza rischiare che qualcuno possa poi impugnarlo a ragion veduta.

Ma come riconoscere un testamento valido?

Ai fini della sua validità, appunto, il testamento deve presentare dei precisi requisiti, vediamo di quali si tratta.

Chi lo ha redatto doveva essere una persona in grado di intendere e di volere al momento della stesura dell’articolo, la suddivisione deve rispettare la quota di legittima e deve trattarsi di un testamento autentico.

Del resto, come è noto, il testamento è un atto importante ed in quanto tale è protetto da una serie di previsioni volte a tutelare tutte le parti interessate.

A seconda delle irregolarità registrate la legge concede un tempo passimo in cui i parenti possono agire, facciamo qualche esempio.

Se le parti interessate ritengono che il testamento che il testamento non sia autentico, hanno 10 anni per sollevare la questione dinanzi ad un giudice al fine di contestare l’autenticità del testamento. In seguito il giudice provvederà a definire il caso con gli accertamenti opportuni.

O ancora, che dire del parente che ritenga che il soggetto fosse incapace al momento della scrittura del testamento? Per accertare l’incapacità del testatore, anche solo temporanea, la legge concede un termine pari a 5 anni.

Un’altra ipotesi che si potrebbe configurare è quella del testamento che non rispetti la quota legittima.

Infatti, anche in caso di successione testamentaria, la legge prevede che gli eredi legittimi (coniuge, ascendenti e discendenti) debbano ricevere delle quote di eredità legittima, anche se questi non sono citati all’interno dell’atto testamentario che spetta ai figli e al coniuge a prescindere dal contenuto del testamento.

Ovviamente la legge tiene conto anche dell’ipotesi in cui il defunto si sia spogliato dei suoni beni, donandoli prima della sua morte. Ciò significa che per quantificare la quota legittima si calcola il patrimonio del de cuius tenendo conto anche delle donazioni.

Pertanto, se il defunto ha donato tutti i suoi beni alla badante prima di morire, i soggetti legittimati potranno impugnare il testamento. Se però anche solo hanno ricevuto delle donazioni tali da soddisfare la quota legittima, allora il testamento è valido e produce i suoi effetti.

Quando si eredita attraverso il matrimonio

Quando la badante ed il defunto si uniscono in matrimonio, questa diventa a tutti gli effetti il coniuge dell’altra parte ed in quanto tale le spetta una quota legittima di eredità. A questo punto restano due strade da percorrere ai parenti che vogliano fare chiarezza sulla situazione.

Sostanzialmente o ci si trova nella situazione in cui già in vita il coniuge aveva impugnato il matrimonio ed il procedimento risulta pendente ed in tal caso gli eredi hanno la facoltà di procedere con l’azione legale.

Decisamente peculiare è poi la situazione, o meglio il reato previsto dall’art 643 c.p., la circonvenzione di incapace. Il codice è molto chiaro sul punto e definisce la circonvenzione di incapace come il comportamento di chi “per procurare a sé o ad altri un profitto, abusando dei bisogni, delle passioni o della inesperienza di una persona minore, ovvero abusando dello stato d’infermità o deficienza psichica di una persona, anche se non interdetta o inabilitata, la induce a compiere un atto che importi qualsiasi effetto giuridico per lei o per altri dannoso.”

Se si sospetta uno scenario simile, gli eredi possono presentare denuncia alle Forze dell’ordine e se il procedimento dovesse concludersi con una condanna per la badante, allora questa non sarà titolare di alcuna quota ereditaria.

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