Guida alle dimissioni di colf badanti

Dimissioni domestici: ecco come fare per non perdere soldi sullo stipendio

Come ben sai ci sono due modalità di interruzione dell’attività lavorativa, ovvero tramite licenziamento e tramite dimissioni

Diciamo che nell’insieme la regola vale anche per lo “stop” in ambito del rapporto di lavoro domestico, il quale si può interrompere sia per volere del datore di lavoro che per quello del lavoratore, cioè senza preventivo accordo tra le parti.

Se nel primo caso si tratta di licenziamento e quindi valgono tutte le regole previste dal nostro ordinamento, nel secondo caso si tratta di dimissioni, per le quali esistono regole ben precise affinché abbiano valore. A partire dal preavviso.

Il preavviso nelle dimissioni, cos’è?

Il preavviso è un fattore determinante per le dimissioni. Rappresenta quel lasso di tempo (giorni o mesi) che il lavoratore deve rispettare affinché sia valida la decisione di lasciare il posto di lavoro. È un tempo considerato giusto dalla legge per permettere al datore di lavoro di trovare un rimpiazzo o quantomeno una soluzione alternativa alla interruzione del rapporto di lavoro.

Per i datori di lavoro e le famiglie è il tempo utile a trovare un sostituto del lavoratore dimissionario, mentre per il lavoratore, è il tempo utile a trovare eventualmente nuova occupazione o, nel caso in cui si tratti di una badante che convive con la persona assistita, una nuova sistemazione.

I termini di preavviso

Come per il preavviso di licenziamento, anche quello delle dimissioni ha portate differente a seconda degli anni di servizio prestati in quell’azienda dal lavoratore, anche se i termini sono inferiori e dimezzati rispetto al preavviso di licenziamento. 

Di solito non si segue una procedura particolare per il lavoro domestico, in quanto trattasi di un settore in cui non è previsto l’obbligo di comunicare le dimissioni con la procedura telematica a cui sono soggetti tutti gli altri lavoratori da un po’ di tempo.

Più nello specifico, per colf e badanti le dimissioni, in genere non sono nemmeno vincolate alla forma scritta anche se si consiglia ugualmente di farle in tal modo.

In altri termini, anche verbalmente il lavoratore può comunicare al datore di lavoro la sua volontà di lasciare il lavoro, anche se con la forma scritta si può in casi che lo richiedono avere una prova di non aver violato le norme e di aver dato il giusto preavviso.

Infatti la badante dimissionaria deve dare il preavviso al suo datore di lavoro e deve seguire alla lettera i seguenti termini:

  • Preavviso di 4 giorni per colf con orario fino a 25 ore settimanali e con meno di 5 anni di anzianità di servizio presso lo stesso datore di lavoro
  • Preavviso Di 8 giorni per coloro che hanno un orario di lavoro fino a 25 ore settimanali  ma con anzianità superiore a 5 anni
  • Preavviso di 8 giorni per chi ha un orario superiore alle 25 ore settimanali e anzianità inferiore a  5 anni il preavviso è di 8 giorni
  • Preavviso di 15 giorni  si segue un orario oltre le 25 ore settimanali e con oltre 5 anni di servizio presso il medesimo datore di lavoro.

Mancato preavviso delle dimissioni

Se non si rispettano certe regole il lavoratore incorre nella figura del “mancato preavviso” e il datore di lavoro può esperire una trattenuta parziale sullo stipendio pari alla retribuzione che il lavoratore avrebbe dovuto percepire per tutta la durata del periodo di preavviso stesso

Guida a cura dello Studio Legale

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