Casa in cambio di assistenza: tutti i dettagli sull’intestazione alla badante
Cosa dice la legge in merito all’intestazione della propria abitazione alla badante in cambio delle sue cure? Continua a leggere per saperne di più.
Gli anziani che praticamente convivono con le proprie badanti sono sempre più e non di rado accade che tra i due si venga a creare un legame profondo e significativo anche sulla base del tanto tempo trascorso insieme. Abbiamo già parlato di come il datore anziano può lasciare somme di denaro alla lavoratrice domestica senza testamento e della possibilità di nominare la badante come erede.
Alla luce di questo rapporto affettivo, oltre che professionale, può capitare che l’anziano decida di intestare la propria abitazione alla badante in cambio di cure, ma cosa dice la legge? Consente questo atto?
Il vitalizio alimentare
In breve è possibile concedere la casa alla badante in cambio di cure, così come affermato dalla sentenza della Corte di Cassazione n. 28329 del 10 ottobre 2023. Questo tipo di accordo è classificato come “vitalizio alimentare“, un contratto legale che permette a una persona di trasferire la nuda proprietà di una casa alla badante, mantenendo l’usufrutto in cambio appunto di assistenza.
Affinché però il contratto sia valido, la legge richiede sostanzialmente che vi sia equilibrio tra le parti coinvolte. Nel contesto del vitalizio alimentare, a differenza di una rendita tradizionale che implica pagamenti regolari, chi concede la casa si impegna a fornire non solo un supporto finanziario periodico ma anche vitto, alloggio e assistenza, adattandoli alle necessità del beneficiario.
La distinzione tra una rendita vitalizia e un vitalizio alimentare risiede nella natura delle prestazioni offerte: mentre la rendita comprende pagamenti ricorrenti, il vitalizio alimentare coinvolge l’erogazione di cure e assistenza.
I requisiti
Quando una persona anziana decide di cedere la sua casa alla badante in cambio di assistenza è importante che ricorrano alcuni requisiti ai fini della validità dell’atto. Al momento della firma del contratto notarile, l’anziano deve dimostrare di avere la piena capacità di comprendere e desiderare tale accordo, né si deve trovare in condizioni che possano essere considerate prossime al decesso.
A tal proposito, i parenti stretti potrebbero contestare il trasferimento della proprietà se emergesse che la persona anziana non era in quel momento in grado di prendere decisioni in modo indipendente. Inoltre, come abbiamo già accennato, la legge richiede che vi sia equità tra il valore della casa ceduta e il valore dell’assistenza fornita.
Questo aspetto assume un’importanza cruciale per evitare che la transazione possa essere interpretata come una donazione, soprattutto se i valori coinvolti risultassero sproporzionati.
Il contratto di mantenimento
Oltre al vitalizio alimentare, l’altro atto che può sottoscrivere in questo contesto è il contratto di mantenimento tra una badante e una persona anziana.
Con tale accordo la badante si impegna a fornire assistenza sia materiale che morale per una durata determinata mentre la persona anziana può offrire un contributo, come ad esempio la cessione della casa attraverso un atto notarile.
E se non sussiste l’elemento dell’assistenza?
Gli anziani possono comunque scegliere di dare la casa alla badante come regalo, senza chiedere niente in cambio. Ma attenzione perché questo può portare a problemi perché i familiari (gli eredi) possono contestare il regalo.
La legge dice che questi familiari hanno il diritto di ricevere una parte dell’eredità, anche se si decide di dare la casa come regalo. Quindi, prima di prendere questa decisione, è importante capire bene quali potrebbero essere i problemi e le regole da seguire al fine di non incorrere in intoppi di questo tipo.