Lettera di sollecito, diffida e ricorso nel ricongiungimento familiare

Quale tutela legale si può avviare per ridurre i tempi burocratici per ottenere il nulla osta

Sempre più frequenti i casi in cui il cittadino straniero si vede costretto a inviare sollecito per il ricongiungimento familiare.

A partire dal 2009, infatti, il Governo ha modificato la normativa relativa alla richiesta di nulla osta per ricongiungimento familiare, prevedendo che anziché formarsi il silenzio assenso in caso di mancata risposta da parte degli uffici preposti si debba attendere una accettazione o un diniego formale.

Da qui la necessità di inviare un sollecito, in tutti quei casi nei quali non giunge risposta.

Ricongiungimento : Introduzione sulla modifica ‘Pacchetto Sicurezza’

Iniziamo con il precisare che l’attuale normativa, che è stata modificata nel 2009 con il cosiddetto “pacchetto sicurezza” prevede che lo Sportello Unico per l’Immigrazione fornisca un’accettazione della domanda di ricongiungimento familiare, o un diniego, nel termine massimo di 180 giorni dalla data di presentazione della richiesta di ricongiungimento presso lo Sportello.

Questo nel caso lo Sportello Unico per l’Immigrazione non abbia richiesto integrazioni alla documentazione presentata, caso nel quale i 180 giorni decorrono dalla presentazione della documentazione aggiuntiva richiesta.

Quando lo Sportello Unico per l’Immigrazione risponde nei termini previsti, la questione è piuttosto semplice.

Tre diversi strumenti per concludere la pratica di ricongiungimento

Tuttavia, nella pratica, non è così infrequente che non giunga alcuna risposta dallo Sportello. In questi casi, cosa fare ?

Ebbene, il cittadino straniero che ha presentato richiesta possiede tre differenti strumenti che può utilizzare per sollecitare il ricongiungimento familiare.

Lettera di sollecito

Il primo strumento a sua disposizione è la lettera di sollecito.

Si tratta di una lettera semplice, indirizzata allo Sportello Unico per l’Immigrazione, e notificata a mezzo raccomandata con avviso di ricevimento o email pec, per mezzo della quale il cittadino segnala allo Sportello stesso il decorso dei 180 giorni e richiede una definizione della pratica.

Chiaramente nel corpo della lettera andrà indicato il riferimento al numero di pratica in modo che lo Sportello possa facilmente individuare la pratica in oggetto.

Lettera di diffida

Nel caso si volesse ricorrere ad uno strumento più incisivo, si può provvedere a diffidare e costituire in mora lo Sportello Unico per l’Immigrazione.

In questo caso si dovrà inviare una lettera di diffida, che potrà essere redatta di proprio pugno dal cittadino straniero o avvalendosi dell’assistenza di un avvocato, e notificata sempre a mezzo Raccomandata con ricevuta di ritorno.

È preferibile inviare la diffida nei casi più urgenti o quando il sollecito non ha ottenuto i risultati sperati.

Azione legale

Infine, nel caso neppure per mezzo della diffida si giunga a ottenere una risposta da parte dello Sportello Unico per l’Immigrazione, non resta che rivolgersi ad un avvocato immigrazionista, affinché questi valuti l’avvio di una azione legale.

Ricongiungimento familiare : Situazione ante riforma 2009

Come dicevamo in apertura, prima del 2009 la situazione era completamente differente: innanzitutto la normativa previgente non prevedeva 180 giorni di tempo necessario per la valutazione della pratica, ma solamente 90 giorni.

In secondo luogo era previsto l’istituto del silenzio assenso : nel caso entro i 90 giorni lo Sportello Unico per l’Immigrazione non rispondesse, era sufficiente presentare in Consolato la domanda di ricongiungimento con il timbro di deposito e il Consolato stesso emetteva il visto per l’ingresso del familiare.

Tutto questo, purtroppo, non è più possibile e al cittadino straniero, con la vigente normativa, non resta che attendere ben 6 mesi di tempo e molte volte farsi carico di ulteriori spese, come quelle dell’intervento di un legale specializzato in diritto dell’immigrazione, per vedersi riconosciuto quello che invece dovrebbe essere un proprio diritto.

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    4 Risposte

    1. blocco pratica ha detto:

      Salve, ho fatto la domanda di ricongiungimento famigliare per mio marito e li ho mandati il nulla osta ha il ritiro del visto ma io voglio bloccare la pratica se e possibile e non voglio che lo ritiri perché ci stiamo separando e mi ha solo usata per poter avere il visto poi mi ha chiesto il divorzio quindi voglio bloccarli la pratica come faccio.

    2. visto india ha detto:

      le chiedo informazioni relativi al ricongiungimento familiare di mio marito.
      io ho mandato la nulla osta dall’Italia in giugno 2017
      mio marito ha fatto la domanda nella ambasciata di nuova delhi (india) per avere il visto.
      fin ora non è arrivato il visto .
      posso chiederle se riesce fare qualcosa in questo caso?
      cordiali saluti

    3. avvocatomassa01 ha detto:

      Vi contatto in quanto ho presentato la mia domanda di cittadinanza il 18/05/2018 e tutt’ora la pratica risulta ferma, quasi un’anno fa ho fatto mandare un sollecito ma nulla è cambiato, ora ci avviciniamo al 18/05 e quindi alla scadenza dei 4 anni.

      Immagino perciò che sia utile procedere con la diffida, volevo gentilmente chiedervi il preventivo per tale pratica.

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