Posso rifiutarmi di lavorare nei giorni festivi ?
Giorni festivi: il lavoratore può rifiutarsi di lavorare in quei giorni
Capita spesso che per esigenze meramente aziendali, il datore di lavoro chieda al suo dipendente di lavorare durante i giorni festivi.
Nonostante l’iniziale resistenza da parte del lavoratore, il “capo” invita a rispettare l’ordine di servizio, a maggior ragione quando il contratto collettivo di categoria prevede questa ipotesi.
Cosa accade un tal caso? Ad occuparsi di una situazione del genere è stata la Corte di Cassazione in una sentenza recente.
Cerchiamo dunque di capire la posizione dei giudici supremi ai fini della tutela del lavoratore nei giorni “rossi” del calendario.
Giorni festivi: quali sono
Prima di affrontare il disco dal punto di vista giurisprudenziale e dottrinale, cerchiamo di capire se il lavoro festivo è obbligatorio e se il dipendente può reprimere il rifiuto di prestate servizio in quei giorni.
Per prima cosa festa non vuol dire domenica. Infatti, i giorni “rossi” in calendario sono quelli che coincidono con le ricorrenze religiose e con le feste civili. Abbiamo pertanto il seguente calendario:
- 1° gennaio: Capodanno;
- 6 gennaio: Epifania;
- Domenica di Pasqua
- Pasquetta o Lunedì dell’Angelo;
- 25 aprile: giorno della Liberazione;
- 1° maggio: festa dei Lavoratori;
- 2 giugno: festa della Repubblica;
- 15 agosto: giorno dell’Assunzione, o Ferragosto (da Feriae Augusti, festività istituita dall’imperatore Augusto, poi ripresa in età fascista);
- 1° novembre: festa di Ognissanti;
- 8 dicembre: festa dell’Immacolata Concezione;
- 25 dicembre: Natale;
- 26 dicembre: Santo Stefano.
Obbligatorietà del lavoro festivo
Secondo la Cassazione tutti i dipendenti possono avvalersi di un diritto di astensione nelle ricorrenze civili. Questo vuol dire che nel rifiuto del lavoratore di prestare servizio, il datore non può procedere al licenziamento in quanto sarebbe illegittimo.
Tale diritto di astensione dalla prestazione lavorativa è pieno a ha carattere generale, riguarda cioè qualsivoglia tipo di dipendente, in quanto trattasi di tutela prettamente costituzionale.
Questo diritto può essere derogato? In effetti sì, attraverso un accordo con il datore di lavoro questa deroga tuttavia non può essere contenuta nel contratto collettivo nazionale di lavoro, neanche se in esso è prevista la possibilità di lavoro festivo.
Pertanto bisogna firmare un patto individuale tra datore di lavoro e dipendente o al massimo stabilito attraverso l’intervento del sindacato (il quale tuttavia deve aver ricevuto un mandato apposito).
Nel patto ci devono essere tutti i requisiti concernenti l’assunzione, da parte del dipendente, dell’obbligo di lavorare anche in vista delle ricorrenze, normalmente intangibili.
In assenza di un accordo del genere, è sempre fatto salvo il diritto del lavoratore di dire no a lavorare durante i giorni festivi.
Ci sono lavoratori che devono prestare servizio nei giorni festivi
Esiste a tale regola un’eccezione, che può valere esclusivamente per chi presta servizio presso le istituzioni sanitarie.
Trattandosi di professioni particolari e delicate, le esigenze di servizio non permettono che ci sia il riposo nei giorni festivi. Per il resto il datore non può stabilire in autonomia quando o meno fruire il riposo, anche se si presenta una necessità produttiva.
Ovviamente tutto quanto appena detto fa riferimento alle feste che capitano nelle settimane come da calendario. Per il lavoro domenicale esiste un’altra normativa.
Pare infatti che ai sensi di legge, possa esistere l’obbligo di lavorare di domenica, purché nell’arco della settimana il lavoratore goda di un riposo settimanale fatto di 24 ore più 11 ore di riposo giornaliero.
Questo vuol dire che ogni sette giorni il lavoratore deve potersi riposare almeno 35 ore.
Guida a cura dello Studio Legale
