La casa popolare: quando non spetta più?
L’edilizia popolare rappresenta, ormai da decenni, una vera opportunità per le famiglie in condizioni di disagio economico, per poter godere di un immobile a prezzi calmierati. Tuttavia, non si tratta di una possibilità offerta a tutti e per potervi accedere è necessario rispettare determinati requisiti e, al tempo stesso, vi sono anche circostanze che possono determinare la perdita del beneficio. Continua a leggere per sapere di quali si tratta.
Chi può beneficiare delle case popolari
Come abbiamo anticipato, le case popolari rappresentano una risorsa fondamentale per individui e famiglie che si trovano in situazioni di difficoltà economica ma l’assegnazione di una casa popolare è soggetta a specifici requisiti che devono essere soddisfatti per poter fare richiesta e essere inseriti nella graduatoria di assegnazione.
Innanzitutto, uno dei requisiti primari è la mancanza di proprietà immobiliari o di diritti reali su di esse. È necessario che l’alloggio richiesto sia realmente necessario per soddisfare le esigenze abitative della famiglia e che non ci siano stati sfratti da altre case popolari negli ultimi cinque anni e non si abbia occupato abusivamente una casa popolare nello stesso periodo.
È fondamentale anche essere residenti nel comune dove si trova la casa popolare o svolgervi la propria attività lavorativa.
Ovviamente è necessario soddisfare requisiti di reddito, il limite massimo di reddito ammissibile varia in proporzione ai membri del nucleo familiare e può essere un fattore determinante per l’ammissibilità.
La presentazione della domanda per l’assegnazione di una casa popolare richiede la compilazione di moduli specifici e la presentazione di documenti essenziali, tra cui un documento d’identità valido, una marca da bollo e l’Isee-erp.
Quest’ultimo è fondamentale per determinare il canone di locazione adeguato e, solitamente, un Isee-erp inferiore ai 20.000 euro consente di presentare la domanda per l’alloggio.
Una volta presentata la domanda, i richiedenti vengono inseriti in una graduatoria. Attenzione a ricordare che le case popolari non vengono assegnate automaticamente, ma è necessario fare domanda presso il comune di residenza o altre istituzioni competenti quando viene pubblicato un bando di assegnazione, solitamente ogni 4 anni.
Cause che determinano la perdita del beneficio
La permanenza in una casa popolare è soggetta al rispetto di determinate regole e condizioni, il mancato rispetto delle quali può portare alla decadenza del diritto all’assegnazione. Vediamo brevemente di quali si tratta.
Innanzitutto, l’abbandono dell’alloggio per più di tre mesi senza autorizzazione è considerato motivo di decadenza dal diritto all’assegnazione perché l’obiettivo delle case popolari è garantire un alloggio a chi ne ha bisogno e lasciare vuota una casa per un periodo prolungato va contro questo principio.
La cessione dell’alloggio a terzi, in tutto o in parte, è altrettanto vietata e può portare alla perdita del diritto all’alloggio popolare ovviamente la ratio sta nel fatto che l’assegnazione viene fatta in base alle necessità e alle condizioni specifiche della famiglia beneficiaria.
Altre situazioni che possono comportare la decadenza sono il cambio della destinazione d’uso dell’alloggio, attività illecite svolte nell’unità abitativa, gravi danni causati all’alloggio o alle parti comuni e la violazione delle disposizioni relative all’ospitalità, all’ampliamento o alla coabitazione.
Inoltre, il mancato rispetto delle condizioni contrattuali, come la mancata presenza per la sottoscrizione del contratto di affitto o la morosità nel pagamento dell’affitto, possono essere motivi sufficienti per la perdita del diritto all’alloggio popolare.
Per concludere, la mancata produzione della documentazione richiesta o la perdita dei requisiti di permanenza, come ad esempio un cambiamento significativo nella situazione economica della famiglia, possono portare alla decadenza dal diritto all’assegnazione.
Le conseguenze della perdita dell’alloggio
In generale, in seguito alla perdita del diritto ad avere l’alloggio popolare e se non si lascia l’immobile, può avere inizio un’azione di sfratto gestita dall’ente che ha assegnato l’immobile.
In molti casi, come ad esempio il superamento del limite di reddito o la violazione di norme sulla permanenza, può essere concesso un termine di grazia prima dell’obbligo di lasciare l’immobile. Questo termine di grazia offre all’assegnatario un periodo aggiuntivo per trovare soluzioni alternative di alloggio o per regolarizzare la propria situazione, prima che venga eseguita l’azione di sfratto sulla casa popolare.
Insomma, la perdita dell’alloggio popolare può avere serie conseguenze sulla vita delle persone e delle famiglie coinvolte. È quindi importante comprendere e rispettare le regole stabilite per l’assegnazione e il mantenimento dell’alloggio popolare al fine di evitare la perdita di questa importante risorsa abitativa.
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