Ricorso al prefetto per multa via pec
Ricorso al Prefetto in caso di multa: ora si può fare anche con la PEC
Ci sono novità importanti per coloro che hanno preso una multa e hanno intenzione di ricorrere al Prefetto. Il decreto Infrastrutture, che dovrebbe essere convertito definitivamente in legge entro il 9 novembre, introduce infatti delle modalità che vanno a modernizzare la procedura del ricorso da presentare al Prefetto.
Tanto per cominciare, il ricorso al Prefetto potrà essere inoltrato anche per mezzo PEC.
Per farla breve, i trasgressori che non provvedono al pagamento della sanzione nella misura ridotta entro i 60 giorni successivi alla contestazione o alla notificazione della multa, nei casi in cui è data la possibilità, possono procedere con il ricorso al Prefetto presentandolo all’ufficio o al comando che ha provveduto ad effettuare l’accertamento.
In alternativa è possibile inviare il ricorso al Prefetto anche tramite una raccomandata con ricevuta di ritorno oppure, come stabilisce il decreto infrastrutture, anche per mezzo PEC.
Dato che la decisione sul ricorso spetta comunque al Prefetto del luogo dove è stata ratificata la contestazione, l’inoltro del ricorso potrà avvenire anche direttamente all’ufficio del Prefetto competente, come d’altronde stabilito dal comma 2 dell’art.203 del Codice della Strada.
In che modalità può essere effettuato questo inoltro del ricorso?
Come accennato, la persona interessata può inoltrare il ricorso al Prefetto tramite raccomandata con avviso di ricevimento, ma la novità consiste proprio nella possibilità di invio anche per mezzo telematico, tramite PEC o attraverso qualsiasi altro servizio elettronico di recapito certificato qualificato, secondo le modalità previste dall’articolo 65 del codice dell’amministrazione digitale (possibilità introdotta dalla legge di conversione del decreto Infrastrutture e Trasporti 2021).
Va però ricordato che la PEC dev’essere sottoscritta con firma digitale autenticata: in alternativa, la persona che presenta il ricorso dovrà recare in allegato, in formato pdf, il testo del gravame firmato.
Il ricorso dovrà contenere l’indicazione dell’autorità prefettizia competente che è chiamata a valutarlo, ma anche i dati del ricorrente, ovvero nome, cognome, residenza e domicilio. Inoltre sarà necessario aggiungere gli estremi del verbale impugnato, con tanto di data di contestazione o notifica.
In più, il ricorso dovrà essere corredato dei motivi per i quali si propone il ricorso. Il ricorrente dovrà infine aggiungere la sua firma e qualsiasi altro documento ritenuto idoneo a dimostrare la fondatezza del ricorso.
Ricorso al Prefetto in caso di multa: tutti i vizi di forma
Sono diversi i vizi di forma del verbale che possono portare ad inoltrare un ricorso al Prefetto.
Ad esempio, i dati anagrafici del proprietario del veicolo non corrispondono a quelli della contravvenzione, oppure nel verbale non sono opportunamente indicati il luogo, il giorno e l’ora della commessa violazione.
Inoltre, può anche non essere indicato l’agente accertatore (anche solo attraverso il numero di matricola), oppure potrebbe essere stata omessa la tipologia di norma violata. Infine, anche la notifica fuori termine è un vizio di forma del verbale che apre al ricorso.
Altri motivi sono la mancanza dell’apposito segnale di divieto, il fatto svoltosi diversamente da quanto riportato nel verbale e l’errore nella lettura della targa.
