Timbratura del cartellino e reato di truffa

Sono 196 (su 528) i dipendenti del Comune di Sanremo che a vario titolo avrebbero commesso irregolarità sul lavoro. Chi timbrava e andava al mercato, chi a vogare, chi manda la moglie o la figlia

C’era chi timbrava il cartellino e poi andava a fare la spesa oppure chi approfittando delle belle giornate in Riviera si dedica al canottaggio. Chi più semplicemente entrava e ancora con il casco ben piantato in testa passava il badge per poi uscire in tutta fretta e farsi rivedere solo molto dopo. Ma ora al Comune di Sanremo non sarà più così perché gli uomini della Finanza, coordinati dalla pm Maria Paola Marrali, titolare dell’inchiesta, hanno posto fine con un clamoroso blitz a quella che nella città del Festival era diventata una consuetudine configurabile come truffa ai danni dello stato, ma soprattutto dei cittadini.

L’inchiesta, denominata non a caso ‘Operazione Stachanov’, è partita più di due anni fa quando la Finanza ha raccolto una serie di esposti che denunciavano il malaffare in diversi uffici del Comune di Sanremo, soprattutto Servizi demografici, Servizi sociali e Ufficio fognature e reti, oltre alla sede centrale del Palazzo Comunale.

cartellinoComportamenti che tutti in città sembravano conoscere, perché i dipendenti infedeli non facevano molto per nascondere certo loro comportamenti, ma che sino ad allora evidentemente erano stati tollerati o ignorati. Gli esposti sono passati alla magistratura che ha quindi disposto una serie di controlli mirati, piazzando delle microcamere nelle zone delle macchinette dove doveva avvenire la timbratura dei cartellini.

C’erano impiegati che dopo aver timbrato si assentavano per andare a fare la spesa al mercato, chi addirittura non si presentava nemmeno mandando però la moglie o anche la figlia minorenne a passare la cartolina, chi più classicamente chiedeva una mano ai colleghi. E c’era persino chi dopo essersi registrato usciva per il chiosco dei fiori della moglie.

Timbrare il cartellino e lasciare il posto di lavoro può integrare il reato di truffa ?

La timbratura del cartellino seguita dall’allontanamento dal luogo di lavoro di un dipendente pubblico può integrare una azione fraudolenta?

Parimenti domanda si può porre per il dipendente pubblico che omette di timbrare il cartellino di uscita nel momento in cui si allontana.

Si tratta di un quesito attorno al quale si è molto discusso in dottrina e in giurisprudenza, in quanto secondo una parte non integrerebbe il reato di truffa consumata, ma di falso ideologico in atto pubblico.

In entrambi i casi, la condizione è che l’allontanamento dal luogo pubblico sia superiore a 15 minuti, periodo che, secondo giurisprudenza univoca, è ritenuto economicamente apprezzabile.
Premesso che, da giurisprudenza consolidata, i cartellini marcatempo costituiscono una prova sia sotto il profilo della presenza sul luogo di lavoro che sotto il profilo retributivo, l’omessa timbratura impedisce di effettuare il controllo sulla presenza o sulla retribuzione e “sotto tali profili costituisce condotta idonea a trarre in inganno e a far conseguire ingiusti profitti” (Cass. Pen., Sez V, 23/09/1996 n. 9192).

La massima della Suprema Corte, quindi, è compatibile con l’art. 640 c.p., in quanto l’omessa timbratura ha un carattere evidentemente fraudolento effettuato per mezzo di un artifizio che procura un concreto vantaggio economico (rectius “Ingiusto profitto”).

Sembra pertanto ravvisabile in caso di omessa timbratura il reato di truffa consumata e non di falso ideologico in atto pubblico: la Corte di Cassazione a Sezioni Unite (15983/06) ha altresì affermato in un caso simile che non può ravvisarsi il reato di falso ideologico in atto pubblico, in quanto la timbratura pecca di un elemento fondamentale di questo reato: la natura pubblica dell’atto.

(Spunto dall’Operazione Stachanov o Stakanov di Sanremo)

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    2 Risposte

    1. Ottobre 25, 2015

      […] La condotta è rilevante anche dal punto di vista penale: sebbene non ci siano i margini per integrare la fattispecie del reato di sostituzione di persona, è configurabile l’ipotesi di reato di truffa. […]

    2. Agosto 13, 2016

      […] […]

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