Tredicesima aggiuntiva detassata o fringe benefit

“tredicesima aggiuntiva detassata” della Meloni: cos’è, come funziona e a chi spetta

Nel corso della conferenza stampa dello scorso 11 novembre, in cui veniva presentato il Decreto Aiuti Quater e venivano pertanto illustrate tutte le caratteristiche del provvedimento, la premier Giorgia Meloni ha menzionato un aspetto molto interessante.

Stiamo parlando della “tredicesima aggiuntiva detassata”, una misura che era già stata anticipata dal Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, durante l’audizione sulla Nota di Aggiornamento al DEF. Ma in cosa consiste esattamente questa tredicesima aggiuntiva a cui ha fatto riferimento anche Giorgia Meloni?

Si tratta dell’innalzamento del tetto del fringe benefit, ovvero il beneficio che i datori di lavoro possono scegliere di corrispondere in busta paga ai lavoratori e alle lavoratrici dipendenti: si passa, quindi, da 600 a 3.000 euro.

Nell’illustrare le caratteristiche principali del Decreto Aiuti Quater – un provvedimento fondamentale per venire incontro alle famiglie e consentire di reggere l’urto del caro bollette – la premier Meloni ha parlato proprio dell’estensione del fringe benefit da 600 a 3.000 euro.

Questo contributo, che il datore di lavoro può aggiungere in busta paga e che è completamente esente dal punto di vista fiscale e contributivo, viene citato da Giorgia Meloni come “una sorta di tredicesima detassata”, che consente soprattutto ai lavoratori “di pagare le bollette”.

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Si interviene quindi nuovamente sulle regole previste dall’articolo 51 comma 3 del testo unico delle imposte sui redditi: la previsione è che restino esclusi dalla formazione del reddito il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati ai lavoratori dipendenti e le somme erogate o rimborsate ai medesimi dai datori di lavoro per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale entro i 3.000 euro esclusivamente per il 2022.

La terminologia utilizzata dalla premier Giorgia Meloni viene di fatto ripresa anche dalla Ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone, che ha parlato di “intervento importante” che consente di sostenere le integrazioni alle tredicesime mensilità, sottolineando come questa misura possa “aiutare le famiglie”.

Va tuttavia precisato che associarla alla tredicesima, come fatto dal Governo, è una forzatura, dato che i datori di lavoro hanno piena facoltà di decidere se riconoscere o meno il bonus in busta paga ai dipendenti.

Tanto per essere più chiari, a differenza dei bonus da 200 euro e da 150 euro che dovevano essere erogati necessariamente, in questo caso non vige alcun obbligo per i datori di lavoro: questo perché le somme dei bonus venivano anticipate e poi recuperate, mentre nel caso dei fringe benefit si tratta di una somma messa in campo dalla stessa azienda.

Il beneficio consiste quindi nel riconoscere questi importi con una totale esenzione fiscale e contributiva, ma da parte del Governo non c’è nessuno stanziamento di risorse in merito.

Infine, è doveroso sottolineare che la somma di 3.000 euro riguarda il tetto massimo delle somme esenti che il datore di lavoro può aggiungere in busta paga ai lavoratori e alle lavoratrici dipendenti: definire che il valore della cosiddetta “tredicesima aggiuntiva detassata” è pari a 3.000 euro non è pertanto corretto.

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