Videosorveglianza di colf e badanti
Controllare la badante con telecamere: si può fare?
Sono sempre di più gli italiani che assumono badanti, a loro volta italiane o straniere, spesso per assistere (o anche solo fare compagnia) i loro parenti non più autosufficienti o parzialmente autosufficienti.
Quando si inizia un rapporto di lavoro con una badante, si sa già che questa persona lavorerà principalmente in casa, a stretto contatto con l’assistito. È bene quindi mettere sin da subito in chiaro, all’interno del contratto, diritti e doveri delle parti.
Capita a volte che il datore di lavoro non si fidi troppo della badante e quindi si chieda se è possibile installare videocamera, o altro sistema di video-sorveglianza, nella casa dell’assistito.
Sotto questo punto di vista, è necessario far riferimento a quello che dice il contratto collettivo nazionale del lavoro domestico: di per sé, in deroga rispetto a quanto avviene negli altri luoghi di lavoro, non è vietato installare telecamere in casa anche se c’è la badante, ma bisogna seguire alcune regole.
Se queste norme non vengono rispettate, non è possibile l’installazione di alcun sistema di video sorveglianza nell’abitazione.
Ma cosa dice di preciso il CCNL del lavoro domestico? Quando è possibile installare telecamere in casa per controllare la badante, e a quali regole e condizioni? Facciamo chiarezza su questo punto così dibattuto.
Telecamere in casa: quali sono le regole
La regola generale in merito alla presenza di telecamere sul luogo di lavoro è la seguente: i sistemi di video-sorveglianza sul luogo di lavoro sono sempre severamente vietati (e se installati al di fuori delle regole possono portare a severe sanzioni), tranne nel caso in cui sussista un accordo sindacale.
Inoltre, le telecamere son consentite solo per finalità organizzative, per la tutela della sicurezza sul lavoro o del patrimonio aziendale.
Tuttavia, il lavoro domestico, per le sue caratteristiche ed il luogo peculiare in cui si svolge, subisce delle deroghe rispetto al generico divieto di sistemi di video-sorveglianza sul luogo di lavoro, come sancito anche dalla Corte Costituzionale stessa.
La disciplina del CCNL lavoro domestico
In particolare, il CCNL del lavoro domestico parla molto chiaramente sul punto: il datore di lavoro ha la possibilità di installare all’interno dell’abitazione delle telecamere per sorvegliare la badante, ma lo deve fare solo se il lavoratore è stato informato.
In questo caso quindi non serve un accordo sindacale, ma basta che la badante sappia che nell’abitazione è attivo un sistema di video-sorveglianza che può riprenderla.
Il lavoratore ha quindi comunque diritto alla riservatezza, ma col suo consenso, è possibile comunque riprenderlo.
Questo vale anche se le telecamere sono installate per motivi del tutto diversi dalla volontà di controllare il lavoratore, ad esempio sono già presenti in casa (o vengono installate successivamente) perché il datore di lavoro vuole prevenire furti e intrusione da parte di malintenzionati.
In questo caso, chiaramente, i sistemi di sorveglianza non sono mirati al controllo del lavoratore: ma siccome di fatto essi consentono anche il controllo del lavoratore, quest’ultimo deve essere informato.
Come sorvegliare legalmente la badante
In particolare, è necessario che il lavoratore sia informato in forma scritta, anche rispetto al consenso del trattamento dei dati personali conformemente alle norme di tutela della privacy: non basta quindi un semplice consenso orale, espresso a voce, per autorizzare la presenza di sistemi di sorveglianza audio-video nella casa dove lavora la badante.
Ci vuole il consenso per iscritto, all’interno del contratto di lavoro col quale si assume la badante, e bisogna informare il lavoratore domestico circa i luoghi con presenza di telecamere.
E’ necessario evitare di riprendere ambienti che possono ledere la dignità della persona (i bagni ad esempio).
Le registrazioni ottenute con i sistemi di video-sorveglianza installati dentro la casa possono poi essere eventualmente utilizzate, in futuro, in una eventuale causa contro la badante (si pensi al caso di violenze contro l’assistito, furti, ecc.).
Quando i sistemi di video-sorveglianza son sempre vietati
L’uso di sistemi di video-sorveglianza in una casa con una badante o un lavoratore domestico è vietato se il lavoratore non è stato informato per iscritto, come appena descritto.
Resta comunque sempre vietato, e non è possibile contravvenire a questa norma, l’installazione di sistemi di sorveglianza all’interno delle zone adibite ad alloggio della badante, o nei servizi igienici.
Non solo: il trattamento delle immagini e dei dati/informazioni raccolte per mezzo dei sistemi di video-sorveglianza vanno trattati dal datore di lavoro secondo la disciplina attuale sul trattamento dei dati personali.
Ispettorato nazionale del lavoro e la Nota 8 febbraio 2017 n. 1004
Guida a cura dello Studio Legale
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