Ecco quali passaggi sono necessari per sposarsi con uno straniero in italia
Ecco tutti i passaggi e le carte che sono da presentare quando si vuole convolare a nozze in Italia con un cittadino straniero
E’ necessario il permesso di soggiorno per convolare a nozze ?
Sposare in Italia un cittadino straniero non richiede necessariamente il possesso del permesso di soggiorno, ma basta un documento di riconoscimento valido, come può essere il passaporto.
Se questa però è la base di partenza, ci sono altri passaggi da osservare.
Nulla osta al matrimonio e certificato di stato libero
In primis il cittadino straniero che abbia intenzione di convolare a nozze con un cittadino italiano nel nostro Paese deve richiedere presso il Consolato o l’Ambasciata del suo Paese in Italia il nulla osta al matrimonio.
Si tratta di un foglio nel quale viene accertato che in base alle leggi del proprio Stato non esiste alcun impedimento al matrimonio.
Con il nulla osta in mano, il futuro sposo o sposa dovrà andare all’Ufficio legalizzazione della Prefettura per far autenticare la firma dell’ambasciatore o del console e se il cittadino straniero ha regolare permesso di soggiorno ed è residente in Italia, dovrà anche richiedere il certificato di stato libero e di residenza.
Le pubblicazioni in Comune
Osservati tutti questi passaggi, dovrà andare insieme al futuro coniuge agli sportelli dell’Ufficio Matrimoni dell’Anagrafe centrale del Comune di residenza (oppure se non c’è la residenza, in quello dello sposo) e presentare una serie di documenti da allegare alla richiesta di pubblicazione.
Oltre ai due che abbiamo citato sopra, il nulla osta e certificato di Stato libero, anche il certificato di nascita autenticato dall’Ambasciata del Paese di provenienza e un documento di identità in corso di validità di entrambi i futuri sposi.
L’Ufficio Matrimoni provvederà alla classica pubblicazione e trascorsi otto giorni (comprendenti obbligatoriamente due domeniche) rilascerà il certificato di avvenuta pubblicazione, da consegnare entro il termine di 180 giorni all’Ufficiale dello Stato civile presso il Comune di residenza per fissare la data del matrimonio.
Approfondimento : Sposarsi in consolato
Sposarsi in Comune è una scelta sempre più diffusa
Negli ultimi anni il ruolo del matrimonio in Italia è sempre più al centro di profondi mutamenti, sia quello civile che quello religioso.
Infatti, secondo i dati Istat, nel 2023 si è registrato un calo, rispetto al trend leggermente in salita del 2022, di celebrazione di matrimoni. Tuttavia, il matrimonio resta un istituto importante nel nostro Paese e lo dimostrano i ben 189.140 matrimoni celebrati nel 2022.
I documenti richiesti
Al fine di contrarre un matrimonio civile legalmente valido e privo di vizi, è necessario rispettare alcune indicazioni ed adempimenti.
Prima di tutto, è importante che gli sposi soddisfino alcuni requisiti fondamentali stabiliti dal Codice civile, come l’età minima di 18 anni (o 16 con autorizzazione del Tribunale dei Minori), la mancanza di impedimenti matrimoniali precedenti e la capacità legale di intendere e volere. Ovviamente si richiede che entrambi gli sposi siano liberi da vincoli di parentela, affinità o adozione.
Una volta essersi accertati di soddisfare detti requisiti, gli sposi devono recarsi all’Ufficio di Stato Civile del Comune di residenza per presentare la richiesta di matrimonio, previo appuntamento. Qui verranno richiesti una serie di documenti, tra cui il documento di identità, lo stato di famiglia, il codice fiscale e un’autocertificazione compilata in loco.
Le dichiarazioni riguardano dati anagrafici, cittadinanza, stato civile, assenza di impedimenti e condanne.
Se uno dei coniugi è straniero, potrebbero essere necessari ulteriori documenti, come un documento di identità internazionale, un certificato di nascita e un nulla osta dal paese d’origine.
Come avviene la celebrazione
A celebrare il matrimonio civile in Italia è il rappresentante dell’Ufficio di Stato Civile, che può essere il sindaco, un vicesindaco o un altro funzionario designato.
C’è però da sapere che può celebrare le nozze anche una persona di fiducia, a condizione che non vi siano legami di parentela diretta con gli sposi. In tutti i casi, comunque, è obbligatoria la presenza di almeno due testimoni durante la cerimonia. Durante la celebrazione, l’ufficiale legge le disposizioni legali pertinenti e può aggiungere un testo a suo piacimento.
Dopo la celebrazione, viene redatto l’atto di matrimonio, che contiene tutte le informazioni essenziali come i dati degli sposi e dei testimoni, la data e il luogo della cerimonia e la dichiarazione formale dell’Ufficiale di Stato Civile che sancisce l’unione matrimoniale della coppia.
I doveri derivanti dal matrimonio civile
Tra i doveri derivanti dal matrimonio civile, c’è anzitutto quello della fedeltà, che rappresenta la base della fiducia e della stabilità all’interno della relazione. Inoltre, marito e moglie si impegnano a sostenersi a livello morale e materiale, affrontando insieme le sfide della vita quotidiana e supportandosi reciprocamente nei momenti di difficoltà.
Entrambi i coniugi lavorano insieme per il bene comune, prendendo decisioni condivise e contribuendo attivamente alla gestione delle responsabilità familiari.
Inoltre, il matrimonio civile implica l’obbligo di prendersi cura dei figli in modo responsabile, fornendo loro sostegno, educazione e guida morale per favorire la loro crescita e sviluppo armonioso.
Il regime patrimoniale da adottare
Infine è necessario spendere alcune parole sul regime patrimoniale da adottare.
Dopo aver celebrato il matrimonio civile, i coniugi devono decidere il regime patrimoniale, che può essere la comunione dei beni o la separazione dei beni.
Il regime di comunione dei beni è quello predefinito e si applica automaticamente in assenza di una diversa scelta dei coniugi. In questo regime, i beni acquisiti da entrambi durante il matrimonio diventano di proprietà comune della coppia.
D’altra parte, la separazione dei beni richiede un’espressa richiesta da parte dei coniugi e prevede che ciascun coniuge mantenga la proprietà esclusiva dei beni che ha acquisito dopo il matrimonio. Questa opzione può essere preferita per mantenere una maggiore indipendenza finanziaria e proteggere i patrimoni individuali.
Qualunque sia la scelta, essa viene annotata sull’atto di matrimonio e menzionata negli estratti di matrimonio, in modo che sia ufficialmente registrata presso le autorità competenti.