Colf e lavoratori domestici devono fare il 730 ?
Colf e badanti: regole sulla dichiarazione dei redditi
Per pagare le tasse sul reddito prodotto l’anno prima, un lavoratore, anche detto contribuente, effettua la cosiddetta dichiarazione dei redditi.
Nel 2024 si fa riferimento al reddito del 2023. Essendo un obbligo in capo ad ogni tipologia di lavoratore, anche colf e badanti sono tenuti alla compilazione della dichiarazione dei redditi, dal momento che si trovano nella particolare situazione di dover fare tutto da sole dal momento che il datore di lavoro non è sostituto di imposta.
La dichiarazione dei redditi per i lavoratori domestici è sempre obbligatoria, eccetto per coloro che hanno guadagnato meno di 8.174,00 euro (la no-tax area per il 2021).
Sebbene qualcuno possa viverlo come un qualcosa di negativo, in questa circostanza può girare a vantaggio dei lavoratori.
Seppur vero che con la dichiarazione dei redditi i contribuenti devono pagare l’Irpef, resta comunque il fatto che possono essere beneficiari di un rimborso, per esempio recuperando il bonus Renzi da 80 euro che era spettante per molti lavoratori anche nel 2020 e fino allo scorso giugno, oppure il nuovo bonus 100 euro al mese previsto dal taglio del cuneo fiscale.
Un gran bel punto a vantaggio dei lavoratori domestici in quanto il datore di lavoro non si sostituisce al Fisco in materia Irpef, e dunque la sola via per recuperare il bonus Renziano o il bonus Irpef di nuova generazione è proprio il 730.
730 per colf e badanti
Il datore di lavoro per i colf non ha valenza di sostituto di imposta e allora la lavoratrice o il lavoratore sono tenuti alla presentazione del modello 730 barrando la casella di assenza sostituto di imposta.
Qualora dai conteggi della dichiarazione, dovesse emergere una Irpef a debito, il lavoratore dovrà pagare l’imposta tramite modello F24.
Di contro, se dovesse saltare all’occhio un credito, visto come rimborso fiscale, non potendo il datore di lavoro fungere da tramite, è l’Agenzia delle Entrate che ha l’obbligo di pagare il contribuente, erogando il rimborso direttamente sul conto corrente entro la fine dell’anno.
In questo caso il contribuente dovrà segnalare il codice Iban alle Entrate, affinché il rimborso arrivi direttamente in conto corrente. In alternativa, senza Iban, la liquidazione arriverà con bonifico domiciliato presso poste italiane.
Cosa si deve richiedere al datore
Se il colf intende presentare la dichiarazione dei redditi deve richiedere al datore di lavoro il rilascio di una ricevuta attestante tutti i redditi erogati l’anno precedente. Un obbligo a cui il datore di lavoro deve adempiere entro il prossimo 16 marzo.
Anche il Tfr da non trascurare
Non ci dimentichiamo poi il riconoscimento del possibile Tfr percepito dal lavoratore. Anche questo deve essere inserito.
Sul Tfr infatti il lavoratore domestico vanta il diritto in capo al suo datore, di chiederne nel mese di dicembre l’anticipo di quanto maturato (il 70%) e sono davvero molte le lavoratrici che a dicembre lo percepiscono insieme allo stipendio del mese ed alla tredicesima.