La badante non vuole il contratto: di chi è responsabilità?
“La badante non vuole il contratto!”. Non si tratta certo di una ipotesi rara: diversi datori di lavoro lamentano che sarebbe la persona assunta per badare ad un caro non autonomo a non voler essere messa in regola.
Come sappiamo bene, l’assunzione in nero comporta dei grossi rischi, e non solo per il lavoratore (che potrebbe non essere coperto in caso di infortunio, e non si vede riconosciuti i contributi ed altri diritti) ma anche per il datore di lavoro.
Di conseguenza, se la badante non vuole esser assunta in chiaro o in regola che dir si voglia, è necessario scegliere bene i propri passi. Perché anche se è il lavoratore che insiste per essere assunto in nero, le conseguenze sono davvero molto gravi per il datore di lavoro, dal punto di vista delle responsabilità.
Come stiamo per vedere, anche se ad insistere per essere assunto in nero è il lavoratore, le conseguenze sono sempre gravi, dal punto di vista della responsabilità civile, fiscale e anche penale in alcuni casi, per chi dà il lavoro.
Vediamo quindi cosa fare se la badante chiede di essere assunta in nero, quali sono i rischi e le possibili conseguenze, e di chi è la responsabilità.
La badante chiede di essere assunta in nero: cosa fare?
Possono esserci diversi motivi per i quali un lavoratore chiede di essere assunto in nero. Ad esempio ci sono lavoratori convinti che, in questo modo, possono ottenere più soldi senza pagare le tasse e possono ottenere più facilmente il lavoro (se anche il datore di lavoro è propenso ad assumere in nero).
A volte, la badante non vuole perdere contributi famigliari ed altri contributi ed assegni corrisposti dallo Stato (NASPI), ad esempio, in virtù dell’assenza di reddito o del reddito basso. In questi casi il rischio è alto anche per la badante chiede di essere assunta in nero, che rischia di essere imputata per truffa ai danni dello Stato e di dover restituire tutto.
Per legge, bisogna assumere regolarmente ogni persona che svolge un lavoro: in questo modo gli si assicura l’assicurazione per il lavoro in caso di infortunio (INAIL), il pagamento dei contributi e delle tasse sul lavoro, e si garantiscono una serie di diritti che derivano dall’applicazione del CCNL di riferimento.
Ma che cosa fare se la badante chiede di essere assunta in nero? Cosa si rischia?
Badante in nero: i rischi per il datore di lavoro
I rischi di assumere una badante in nero ci sono, e sono tanti.
Il datore di lavoro può andare incontro a sanzioni molto pesanti: innanzitutto, nei confronti del fisco, per aver evaso il pagamento delle tasse, ma anche per aver evaso il pagamento dei contributi obbligatori per l’assunzione dei lavoratori. Il rischio è anche di sanzioni penali, se si assume una persona non in regola con i documenti, ad esempio.
Infine, il datore di lavoro rischia sempre, quando assume in nero: la badante, anche a distanza di diversi anni, potrebbe denunciare il datore di lavoro che l’ha assunta in nero (anche se dovesse essere stata lei ad insistere per tale assunzione) e il datore di lavoro potrebbe doversi trovare a risarcire migliaia di euro.
Oltre al danno, la beffa: per evitare tutto questo, è sempre bene assumere in chiaro la badante, non fidarsi mai di promesse e soprattutto ricordare che anche se si firma un documento dove le parti accettano che l’assunzione avvenga in nero e che la badante non può fare causa, questo documento non ha alcun valore legale.
Le parti infatti non possono, pattiziamente, escludere l’applicazione delle norme a tutela del lavoratore: ogni patto che le parti facciano, a voce o per iscritto, è nullo sin dall’inizio e di conseguenza si considera come mai apposto.
Ricordate bene, quindi, che anche se la badante firma un documento dove dichiara che ha voluto essere assunta in nero e se ne assume la responsabilità, un documento simile non esclude affatto la responsabilità del datore di lavoro e la badante è comunque libera anche dopo anni di denunciare l’ex datore di lavoro ed ottenere, in certi casi, un cospicuo risarcimento.
Come tutelarsi dalla badante chiede di essere assunta in nero
L’unico modo possibile per tutelarsi dalla badante chiede di essere assunta in nero è quello di non assumere in nero.
L’obbligo normativo di formalizzare un contratto regolare, in linea con il CCNL, anche per badanti e lavoratori domestici mette al riparo datori di lavoro e lavoratori dai numerosi rischi che sono correlati al lavoro nero.
Solo con un contratto regolare, non ci sono rischi per le parti. In caso di assunzione in nero, quello che può apparire un risparmio immediato (anche per il datore di lavoro, in termini di tasse e contributi) si traduce, oltre che nella violazione di numerose norme, anche in un rischio concreto, perché la badante può denunciare il datore di lavoro anche anni dopo la conclusione del contratto, esponendolo ad un risarcimento cospicuo.
Non ci sono quindi vantaggi di sorta nel lavoro nero. Ricordate che il datore di lavoro subisce le sanzioni del lavoro nero, non la badante: la badante rischia solamente se, a causa del lavoro in nero, percepisce immeritatamente assegni e contributi statali.
Il datore di lavoro rischia sanzioni fino a 43.200 euro per lavori in nero oltre i 60 giorni, senza contare i rischi anche fiscali e penali, nei casi che abbiamo già citato.
Inoltre in caso di infortunio sul lavoro, se la badante non è assicurata, il datore di lavoro è tenuto al risarcimento dei danni che possono essere elevatissimi; e come abbiamo detto, anche anni dopo la conclusione del contratto il datore di lavoro può essere chiamato in causa con un reclamo (fatto ad esempio dalla badante coi sindacati) per il riconoscimento delle ferie non pagate, del TFR, delle ore non pagate (poco conta se fossero state effettivamente pagate, ancorché in nero, se non vi è prova).
In caso di assunzione di lavoratrici straniere non regolari, il rischio è anche penale.
E cosa fare se si ha già assunto la badante in nero ma si intende regolarizzare la situazione? Regolarizzare la badante in nero è sempre possibile ed è la strada migliore per evitare problemi.
La badante non vuole il contratto o lo rifiuta, cosa faccio?
Speriamo di avere chiarito, con questo articolo, che anche se è la badante a rifiutare il contratto e a voler essere assunta in nero, la maggioranza dei rischi è del datore di lavoro. Il datore di lavoro, col contratto nero, si espone a grossi rischi economici e non solo e a rivendicazioni anche ad anni di distanza dalla chiusura del contratto.
Non conviene mai, quindi, assumere in nero la badante, anche se è la badante stessa a preferire di lavorare senza contratto, anche se la badante ha già un altro lavoro o anche se si tratta di poche ore a settimana.
Anche in un contratto di poche ore, gli incidenti o infortuni possono avvenire, e anni dopo la badante potrebbe accusarvi di averla assunta in nero full time e voi non avrete modo di dimostrare che lavorava da voi solo poche ore a settimana. Rischiate quindi di dover risarcire danni ben oltre i pochi vantaggi che si hanno con l’assunzione in nero.