Il datore di lavoro non paga tutte le ore: cosa si può fare?
Nel mondo del lavoro, purtroppo, ancora oggi è possibile trovare delle realtà più o meno declamate di sfruttamento. Ad esempio, senza arrivare agli estremi dei datori di lavoro che assumono totalmente in nero, una fattispecie abbastanza diffusa è quella del datore di lavoro che indica in busta paga un numero di ore inferiore a quelle lavorate.
Purtroppo questi casi, ovvero quelli del datore di lavoro non paga tutte le ore, sono abbastanza diffusi e sono spesso fonte di frustrazione per il lavoratore, costretto a fare tante ore ma che poi se ne vede retribuite ‘in chiaro’ solo una parte. In questo modo, infatti, il lavoratore viene pagato meno rispetto a quanto ha lavorato.
Cosa fare in casi simili?
Se il datore di lavoro non paga tutte le ore, la soluzione apparentemente più semplice può sembrare quella di affrontare il datore di lavoro per chiedergli, come è diritto del lavoratore, di indicare nella busta paga chiaramente tutte le ore lavorate.
Ma questo non è sempre facile, sappiamo bene che esistono delle realtà dove il datore di lavoro non vuole pagare ed esprimere le proprie rimostranze può anche portare al licenziamento.
Quindi che cosa fare legalmente se il datore di lavoro non paga tutte le ore?
In che modo è possibile dimostrare che, effettivamente, le ore lavorate sono superiori a quelle indicate (e quindi pagare) nella busta paga?
Vediamo quali sono le possibili soluzioni al problema del datore di lavoro non paga tutte le ore.
Ore non pagate in busta paga: che cosa fare?
La normativa giuslavoristica italiana si basa sul c.d. principio di effettività, il che sta a significare che nel rapporto di lavoro conta quanto effettivamente il dipendente ha lavorato e quali ruoli ha svolto, non quello che è indicato sulla carta del rapporto contrattuale.
Ciò comporta che il lavoratore, in caso di datore di lavoro non paga tutte le ore e altri abusi, ha diritto di rivolgersi al giudice del lavoro, e di ottenere le differenze retributive che non sono indicate in busta paga.
Se, quindi, il datore di lavoro non paga tutte le ore in busta paga, è possibile per il lavoratore fare valere la realtà dei fatti rivolgendosi al giudice e ottenere il pagamento corretto delle ore.
Come fare?
In questo caso la soluzione più corretta è quella di avere delle testimonianze, ad esempio dei colleghi che possono testimoniare che abbiamo lavorato più ore di quelle indicate all’interno delle buste paga.
Ma possono valere anche le testimonianze, ad esempio, di clienti, di fornitori, ma anche la prova (ad esempio documentale, nel caso di mail) di scambi comunicativi effettuati al di fuori dell’ora di lavoro.
Da ultimo, la Corte di Cassazione ha ritenuto valida anche una prova video: il dipendente si è registrato quando svolgeva le mansioni in orario lavorativo differente da quello pattuito nel contratto.
Se quindi si hanno le prove a disposizione che il datore di lavoro non paga tutte le ore, è possibile ottenere la condanna da parte del giudice verso il datore di lavoro di pagare tutte le differenze che non sono state pagate in busta paga. Inoltre, molto spesso lo stesso datore di lavoro cerca di pagare il dipendente prima del processo per evitarne i costi.
Ore non pagate, licenziamento (e Naspi)
Il dipendente che vede costantemente che il datore di lavoro non paga tutte le ore in busta paga potrebbe anche decidere di lasciare il posto di lavoro, dimettendosi. Sappiamo che il dipendente può sempre dimettersi (salvo periodo di preavviso) ma in questo modo perderebbe il diritto all’assistenza sociale per la disoccupazione come la Naspi.
Come fare in questi casi?
Ricordiamo che, se le dimissioni del lavoratore sono causate da un comportamento del datore di lavoro, come quello del datore di lavoro non paga tutte le ore, allora si tratta di dimissioni per giusta causa.
In questo caso quindi il lavoratore non solo si può dimettere anche senza dare il preavviso, ma può avere diritto al risarcimento e comunque anche agli assegni di disoccupazione, in quanto il termine del rapporto di lavoro è stato causato da un comportamento inaccettabile del datore di lavoro.
Quindi il lavoratore che si dimette perché il datore di lavoro non paga tutte le ore ha anche diritto all’assegno Naspi, ovvero la disoccupazione, in conseguenza alle sue dimissioni per giusta causa dovute ad inadempimento del datore di lavoro.
Sintesi a cura dello Studio Legale

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