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Assistenza legale per mobbing

avvocato Angelo Massaro 101

Avvocato per il mobbing e la difesa legale: come scegliere l’avvocato giusto

Il mobbing è una pratica discriminatoria tristemente molto diffusa, come fare per proteggersi e far valere i propri diritti sul posto di lavoro? Leggi la nostra guida sulla scelta del migliore avvocato per difendersi dal mobbing.

Cos’è il mobbing e come si verifica

Se ne sente spesso parlare, eppure non tutti hanno ben compreso il fenomeno del mobbing, la sua portata, le forme in cui si manifesta, quali possono essere i modi per proteggersi e quali le conseguenze.

Il mobbing è un fenomeno complesso che potremmo definire come l’insieme di comportamenti ostili e vessatori nei confronti di un lavoratore, con l’obiettivo di isolarlo, escluderlo o, nei casi più estremi, di indurlo ad abbandonare il suo posto di lavoro.

Derivato dal verbo inglese “to mob”, che significa aggredire o attaccare, il termine è ormai diventato di uso comune anche in Italia, sia nel linguaggio giuridico che in quello quotidiano.

Attenzione perché il mobbing non si riferisce a un singolo episodio di conflitto o tensione sul luogo di lavoro, bensì si tratta di un fenomeno di durata che fa riferimento a un insieme di azioni protratte nel tempo che mirano a minare la stabilità psicologica e professionale della vittima.

Si può trattare di azioni esplicite, come offese dirette o rimproveri ingiustificati, ma anche di condotte più subdole, come l’esclusione da decisioni importanti, l’assegnazione di compiti umilianti o la diffusione di false informazioni per screditare il lavoratore.

Sicuramente la finalità è spesso l’esclusione sociale, infatti le vittime si trovano spesso isolate dai loro colleghi, private di opportunità di crescita e svilite nel loro ruolo all’interno dell’organizzazione.

La giurisprudenza italiana ha riconosciuto varie forme di mobbing, che possono essere classificate principalmente in due categorie: mobbing verticale e mobbing orizzontale. Il mobbing verticale si verifica quando vi è una disparità di potere gerarchico tra chi esercita le vessazioni e chi le subisce.

A sua volta, il mobbing verticale si divide in mobbing ascendente e discendente. Il mobbing discendente è forse la forma più comune e coinvolge un superiore, come un datore di lavoro o un manager, che attua comportamenti vessatori nei confronti di un subordinato.

Il mobbing ascendente, invece, è meno frequente, ma altrettanto dannoso. Si verifica quando è un dipendente di grado inferiore a prendere di mira un superiore. Questo può accadere, ad esempio, in situazioni in cui il manager è nuovo nel suo ruolo o è considerato debole dal gruppo di lavoro, che tenta di screditarlo o minarne l’autorità.

Per quanto riguarda il mobbing orizzontale, questo coinvolge persone che si trovano sullo stesso livello gerarchico, spesso colleghi che lavorano a stretto contatto.

Esempi di mobbing sul lavoro

Riconoscere il mobbing sul luogo di lavoro potrebbe non essere semplicissimo poiché, come abbiamo visto, si tratta di una serie di comportamenti ripetuti che, nel tempo, possono creare un ambiente ostile e insopportabile per il lavoratore.

Non esistendo poi una normativa specifica che definisca con precisione quali azioni costituiscano mobbing, ci si deve attenere ai segnali chiari che possono aiutare a identificare questa forma di abuso.

Come anticipato, uno dei primi indizi del mobbing è l’isolamento del lavoratore. Questo può manifestarsi con l’assegnazione di una postazione scomoda o separata dagli altri colleghi o con l’esclusione dalle riunioni, dai progetti importanti o dalle comunicazioni aziendali. Il lavoratore può essere lasciato all’oscuro delle decisioni che riguardano l’azienda o il suo stesso lavoro, creando così un senso di isolamento e disconnessione dal gruppo.

Un altro segnale di mobbing è l’umiliazione costante, che può assumere forme diverse. Ad esempio, un lavoratore potrebbe essere preso in giro o denigrato regolarmente da colleghi o superiori o essere sottoposto a critiche eccessive, anche per errori insignificanti.

Anche l’eccessivo carico di lavoro può essere un indicatore di mobbing. Un dipendente a cui vengono assegnati continuamente compiti al di là delle sue capacità o quantità irragionevoli di lavoro può essere vittima di una pressione insostenibile, volta a creare un ambiente di stress intollerabile.

Allo stesso tempo, un segnale opposto può essere la mancata assegnazione di compiti, con il lavoratore costretto a una condizione di inattività forzata, che lo fa sentire inutile e umiliato.

In alcuni casi, il mobbing si manifesta attraverso un controllo eccessivo sulle attività del lavoratore, ad esempio attraverso sorveglianze costanti, controlli ingiustificati o richiami continui per motivi banali, creando un clima di costante pressione e ansia.

Tra gli altri segnali di interesse possiamo annoverare l’impedimento del flusso di informazioni necessarie per svolgere correttamente il proprio lavoro, come il mancato accesso a documenti o dati fondamentali o l’esclusione da corsi di formazione e aggiornamento professionale.

Le conseguenze del mobbing su chi lo subisce

Il mobbing può avere gravi conseguenze sia fisiche che psicologiche sui lavoratori, a seconda dell’entità della condotta e della personalità di chi lo subisce.

Dal punto di vista psicologico, il mobbing è spesso associato a disturbi dell’adattamento, una condizione caratterizzata da sintomi come ansia, depressione e irritabilità. La vittima può sperimentare sentimenti di impotenza e perdita di speranza, che influenzano negativamente la sua capacità di affrontare le attività quotidiane e le relazioni interpersonali.

In alcuni casi, il mobbing può anche portare al disturbo post-traumatico da stress (PTSD), manifestandosi con flashback dell’esperienza traumatica, ipervigilanza e ansia intensa. Tra le altre alterazioni comportamentali abbiamo anche disturbi alimentari, aumento del consumo di alcol e tabacco, aggressività, ossessioni, isolamento sociale e sentimenti di depersonalizzazione.

Le conseguenze fisiche del mobbing possono essere altrettanto gravi. Il continuo stato di stress e tensione può provocare disturbi psicosomatici come cefalee frequenti, vertigini e problemi digestivi come ulcere o sindrome del colon irritabile. Inoltre, la pressione e il nervosismo possono contribuire a problemi cardiovascolari, tra cui tachicardia e ipertensione. I disturbi del sonno sono comuni, con sintomi come insonnia o difficoltà a mantenere il sonno.

Anche i problemi respiratori, come difficoltà a respirare o sensazione di oppressione toracica, possono insorgere a causa della tensione prolungata.

Oltre a influenzare la salute della vittima, il mobbing ha implicazioni economiche significative su più fronti. Le spese mediche per trattare i disturbi causati possono essere considerevoli e la perdita del lavoro o la riduzione della capacità lavorativa comportano perdite finanziarie dirette.

Le aziende, a loro volta, affrontano costi aggiuntivi per sostituire i dipendenti assenti e per gestire le assenze dovute a malattie.

Come agire legalmente in caso di mobbing

Se si pensa di essere vittime di mobbing, è essenziale raccogliere e documentare tutte le prove disponibili, come documenti, e-mail e registrazioni audio o video, se sono legali.

Questi elementi sono infatti essenziali per dimostrare la serie di atti vessatori e la loro reiterazione nel tempo.

Le testimonianze di colleghi possono essere di grande aiuto, sebbene sia spesso difficile ottenere il loro supporto perché potremmo temere di ricevere ripercussioni anche importanti. Per questo si raccomanda di segnalare la situazione ai responsabili delle risorse umane o ad altre autorità competenti all’interno dell’azienda.

Come scegliere l’avvocato in caso di mobbing

Se la situazione non si risolve rivolgendosi al reparto risorse umane del proprio posto di lavoro, allora non resta che affidarsi ad un avvocato che possa agire legalmente. Scegliere l’avvocato in caso di mobbing richiede attenzione a diversi fattori.

È fondamentale sicuramente scegliere un professionista con esperienza specifica in diritto del lavoro, in particolare nei casi di mobbing, poiché questa materia è complessa e richiede una profonda conoscenza delle dinamiche aziendali e dei diritti dei lavoratori.

Un aiuto può essere rappresentato dalle recensioni o dal chiedere referenze su avvocati che abbiano già trattato con successo casi simili. L’esperienza pregressa nel rappresentare vittime di mobbing può fare la differenza, soprattutto quando si tratta di affrontare il delicato onere della prova.

Un altro aspetto importante è il rapporto di fiducia con l’avvocato. Durante la consulenza iniziale, è essenziale valutare la capacità del professionista di ascoltare, di comprendere la situazione personale e di fornire una chiara strategia legale. Trasparenza sulle tempistiche, costi e probabilità di successo sono indicatori di un avvocato affidabile e competente.

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